Modelli di Business e metodo Lean…sotto l'ombrellone

Ho da consigliarvi due letture per startupper e professionisti in cerca di nuove ispirazioni estive: non sono proprio il genere di libri che attireranno conversazioni con i vicini di ombrellone, temo, ma li ho trovati veramente utili.

Ma prima chiariamo il concetto di startupper. Ne avevamo già parlato in questa occasione: il termine è ormai abusato e come tutte le parole troppo di moda, banalizzato.
Una start up è una nuova iniziativa di business, sia all’interno di una struttura esistente sia creando un’organizzazione completamente nuova, sia infine separando un’unità di business nuova da una esistente.
Se non esiste un modello di business che generi un valore duraturo e un flusso sostenibile di scambi economici, non si può parlare di startup ma di idee isolate, di singole transazioni
.

In tutti i casi, però, per chi lavora a nuove idee è molto utile una struttura metodologica che aiuti a organizzarle per trarne il massimo vantaggio: serve una visione di insieme, tanti esempi pratici, e un modello concettuale rigoroso.

crearemodelliE’ questo l’obiettivo di “Creare Modelli di Business”, scritto in collaborazione con centinaia di professionisti di tutto il mondo. Il formato stesso del libro, la grafica e la sua impostazione tutta “visuale”, il modo in cui è stato scritto attraverso un HUB online, rendono il libro stesso un modello di business innovativo: è un libro che dà l’esempio, insomma.
Unica avvertenza, se non vi è mai piaciuto molto studiare, o usare template, sottolineare manuali e ripetere più volte i concetti in varie salse, ma soprattutto se la quantità incredibile di lavoro da fare per strutturare un’idea per bene vi deprime, e pensate che nella vita e nel lavoro conti soprattutto l’intuito… lasciatelo perdere.

Quello che invece credevo fosse un mattone superiore alle mie capacità, mentre si è rivelato una lettura incredibilmente agile e piacevole è “Partire leggeri”, traduzione italiana di Lean Startup di Eric Ries.

leanRaramente ho provato la sensazione di un libro che si incastra perfettamente con quello che sto pensando e provando a razionalizzare, fornendomi tutti gli appigli e le storie necessarie per dare forma ad un ragionamento.
Anche in questo caso di parla di nuovi business, ma il focus è sul momento in cui il modello teorico si confronta con la realtà: quello è il momento in cui è assolutamente necessario massimizzare l’apprendimento, e minimizzare gli sprechi. Quante volte abbiamo investito su qualcosa che non interessava a nessuno? Ecco, il libro insegna a capirlo il prima possibile.

Si tratta di un libro estremante pratico, che dà anche una lezione di umiltà: parlate con i clienti, abbandonate gli “indicatori della vanità” (cioè i KPI che servono solo a soddisfare l’ego e far contenti gli investori nel breve, ma non vi dicono nulla sul vero andamento del business) e siate pronti a svoltare drasticamente cambiando strategia. Per fare tutto questo, bisogna sapere cosa verificare sul campo e come mettere in atto un ciclo rigoroso di test – misurazione – correzione – perseveranza o svolta, e così via.

Non a caso oggi, a proposito di queste letture, ho usato varie volte l’aggettivo rigoroso. Perché senza rigore, la creatività non serve a nulla.

 

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