I trend che non si trovano nei siti di Web Marketing

Le nostre vite sono cambiate e cambieranno ancora a un ritmo vertiginoso. Abbiamo rimesso in discussione tutto. Per chi trova linfa vitale e professionale nello studio dei nuovi trend e nell’innovazione, è un momento fantastico.

La pandemia ha cambiato il modo in cui perseguiamo i nostri obiettivi individuali, ma sta anche ispirando le persone di spirito attivo e curioso a coltivare un maggiore senso di connessione, di scopo, di visione a lungo termine.   Alcune parole chiave che ho trovato sempre più ricorrenti in questo fenomeno sono:

Activism

Gentle living

Community

Equality

Mindfulness

Simplicity

Essential

#withme

 

Trovo che Think with Google su questi temi sia una fonte molto preziosa, per capire il cambiamento in atto e attingere a queste nuove interpretazioni della realtà che ci circonda. Il suo data driven thinking è basato sulle ricerche di milioni di persone in tutto il mondo e capta velocemente i loro segnali.

“The story of 2021 will be practical help for real people.”

— Sarah Armstrong, product marketing manager, Google

Il Marketing dovrà creare armonia tra le vite delle persone e i valori dei brand, non basta usare il ritratto fittizio di una “buying persona”, bisogna offrire esperienze digitali, fluide e continue, a persone reali da aiutare nella loro quotidianità. Nel 2020 siamo tornati in contatto con le cose veramente importanti, i bisogni fondamentali, e abbiamo dato loro un nuovo significato. Probabilmente ci attaccheremo a  tutto quello che ci restituisce un senso di controllo, consentendoci di far fronte al Caos.

L’importanza della casa

Spazi multifunzionali, spazi vitali, spazi che ci devono dare comfort e benessere ma che sono anche da ottimizzare e conciliare con il lavoro. Magari nuovi progetti per riorganizzare l’arredamento. La cucina come cuore della vita domestica e luogo di sperimentazione di novità (cibi da asporto, cibi fatti in casa). Se la spesa per l’abbigliamento è diminuita, quella per il buon cibo è aumentata.

Mens sana in corpore sano

Home curation e personal care crescono insieme perché servono al benessere emotivo.
Fitness casalingo, mindfulness e percorsi di benessere interiore diventano maistream, mezzi per preservare l’equilibrio mentale, messo a dura prova da stress, ansia e incertezza. Tempi dilatati che consentono nuovi rituali di bellezza e di relax. Tutti abbiamo sperimentato questo nuovo mood più slow e meditativo, e forse abbiamo finalmente iniziato ad apprezzarlo. Il marketing più illuminato offrirà gli strumenti che supportano e personalizzano nuove routine? Ci sarà una APP per tutto?

Coltivare nuovi interessi e nuovi hobby

La gratificazione che ci è preclusa nelle forme di evasione a cui eravamo abituati (cinema, locali, cene, teatri…), la cerchiamo ora sotto altre forme. La rimandiamo (esplorando destinazioni di viaggio future), la trasformiamo (uscendo a pranzo anziché a cena, laddove possibile) oppure la cerchiamo in modo immediato usando la tecnologia. Insomma cerchiamo nuovi interessi, nuove cose da fare in casa e allo stesso tempo proviamo una tensione verso l’esterno: I virtual tour dei musei o dei luoghi naturali più spettacolari, gli store che iniziano ad offrire esperienze di shopping virtuale con un commesso (reale) che si dedica a noi,  potranno alleviare questa mancanza?
Personalmente, sto imparando l’arte dei cocktail e provo un piacere completamente inedito nella cura del mio angolo bar.


Connessione e gentilezza

Badiamo di più alla qualità delle relazioni e a crearne di nuove e più sane. La minaccia globale rafforza un senso di solidarietà: condividiamo le sorti di questo pianeta, tutti insieme.

Attivismo, giustizia sociale, responsabilità sociale e posizioni chiare su istanze forti dermineranno sempre di più la reputazione dei brand e in ultima analisi le decisioni d’acquisto. E’ uno switch permanente della nostra sensibilità, destinato a rafforzarsi. YouTube ha visto una esplosione di nuovi creator, desiderosi di creare nuove connessioni tra persone. Ed è ormai ufficiale: ai brand non serviranno tanto le celebrities, quanto questi nuovi micro-influencers, con la loro quotidianità.

 

1 commento
  1. Claudio Ferilli
    Claudio Ferilli dice:

    La pandemia non ha fatto che mettere in evidenza, spesso drammaticamente, trend e fenomeni che già si stavano determinando, ma che fino a pochi mesi fa erano ancora sostanzialmente ignorati dalla narrazione mainstream, inclusa quella dei grandi brand. Una presa di coscienza sulla realtà dei bisogni più autentici delle persone e del pianeta intero: questa l’unica eredità positiva che potremmo portarci dietro da questo brutto periodo.

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