La pratica della fantasia

Ultimamente ho molto riflettuto su un argomento affascinante: la creativita’, cioe’ la capacita’ della nostra mente di pensare in modo alternativo, esplorando concetti e idee fuori dai sentieri gia’ battuti.
La tesi di fondo e’ che la capacita’ di inventare storie, di comunicare in modo efficace, e la capacita’ di trovare nuove soluzioni pratiche a dei problemi (quindi inventare prodotti, servizi, o semplicemente seguire le nostre soluzioni e non quelle altrui) hanno tutte il medesimo fondamento, seguono gli stessi percorsi mentali. Per arrivare a questa conclusione e’ bastato, in effetti, mettere sulla scrivania due libri. il primo e’ di Gianni Rodari La grammatica della fantasia, un evergreen che ci insegna come inventare storie per bambini e nutrire la loro (e la nostra) immaginazione. il secondo e’ “Creativita’ e pensiero laterale” di Edward De Bono, guru dell’innovazione – il tutto unito a un bel po’ della mia esperienza pratica sui temi, appunto, della creativita’ e dell’innovazione come anima del marketing.
Le assonanze tra le skills del pensiero laterale e l’arte di inventare storie sono impressionanti. La fantasia, esercitata in qualsiasi campo, segue delle strade precise, ha delle tecniche, che si rafforzano con pratica e allenamento. Non e’ proprio quello che ci aspetteremmo, influenzati come siamo dalle storie delle illuminazioni improvvise dei grandi inventori. Ma mentre l’intuizione improvvisa e’ senz’altro possibile, esistono dei modi abbastanza struttrati e disciplinati per spianarle il terreno, allenandosi a liberarsi dai modelli pre-confezionati che ci limitano la vista.
Da dove iniziare Non avro’ una pretesa di completezza in una materia tanto vasta, quindi mi limitero’ ad alcuni esempi significativi, su cui tornare in seguito.
Le tecniche di brainstorming o “generazione di idee” sono numerosissime: quello che mi interessa qui e’ quanto siano simili (in molti casi identiche) alle tecniche di immaginazione narrativa descritte da un maestro come Rodari. Le agenzie di innovazione si fanno pagare per ispirare i manager con esercizi come questi, quando basterebbe esercitarsi ad inventare le storie della buonanotte… Cominciamo da un paio di tecniche dai nomi diffili. il primo nome e’ il gergo delle agenzie creative, il secondo la definizione di Rodari.
Random links o il “binomio fantastico”
Questa tecnica ti costringe a cercare connessioni con e tra persone, oggetti, posti, immagini, presi a caso. Lascio la parola a Rodari: – il tema fantastico nasce quando si creano accostamenti strani, quando nei complessi movimenti delle immagini e delle loro interferenze capricciose, si fa luce una parentela imprevedibile tra parole che appartengono a catene differenti. (…) La parola “agisce” solo quando ne incontra una seconda che la provoca, la costringe a uscire dai binari dell’abitudine.
Cosicome nell’esempio di Rodari il connubio casuale tra un “cane” e un “armadio” puo’ dare il via una serie di situazioni fantasiose (un signore torna a casa e nell’appendere la giacca trova un cane.. apre un cassetto, e c’e’ un altro cane…. da dove arrivano?, cosa vogliono?, etc etc), cosichi cerca nuove idee per un cibo per cani puo’ riempire una pagina partendo dall’associazione casuale con la parola armadio. (E non cuccia, che appartiene alla stessa famiglia/catena logica del cane). Per esempio… una confezione che si apre con due piccole ante e contiene 7 cassettini di croccantini dai gusti misti, ogni giorno della settimana basta tirarne fuori uno. Se il connubio non e’ abbastanza fertile, i partecipanti al brainstorming si getteranno su un’altra parola vista su un giornale, e cosivia. Lo scopo e’ diverso (insegnare ai bambini le possibilita’ della fantasia, creare nuovi prodotti stupidi per cani) ma la tecnica e’ la stessa. L’effettiva utilita’ delle idee di marketing e’ un’altra storia, che verra’ raccontata un’altra volta, se avete un po’ di pazienza. Qui si parla solo di come nascono queste idee…
Deprivation o la “sottrazione creativa”

“Cari partecipanti alla ricerca di mercato xy, grazie per la vostra disponibilita’ ed ecco il vostro compito. Per una settimana dovrete vivere senza PiLE. Per favore eliminate tutte le pile che avete in casa, telecomandi, rasoi, bilance, orologi, tutte, e tenete un diario delle vostre azioni e dei vostri sentimenti. Quali soluzioni avete adottato Come vi siete sentiti?” (ricerca che si e’ svolta davvero, non invento niente). Per “negazione”, i fabbricanti di pile potrebbero scoprire alla fine di questa ricerca un sacco di insight interessanti. io vorrei invece che i fabbricanti di giocattoli trovassero un’alternativa alle pile perche’, vi giuro, sono troppe e non ce la faccio a starci dietro. A proposito di elogio della pigrizia, io non le sostituisco piu’. Chiusa parentesi.
Ed eccovi la stessa tecnica applicata da Rodari: “Come sarebbe il mondo senza lo zucchero E se scomparissero tutti i cappotti, cosa succederebbe E se scomparisse il colore rosso?” Ecco lo spunto per una bella storia della buonanotte. un po’ inquietante forse ma ridere delle proprie paure non e’ decisamente terapeutico?

4 commenti
  1. Piattinicinesi
    Piattinicinesi dice:

    Usare la fantasia serve anche ad aprire prospettive inedite sulla realtà. Rodari scrive i suoi racconti immaginando il se, che succederebbe se il mondo fosse fatto di cose dolci? segli uomini fossero di burro? e se sparissero le punte? il paese senza punte è una delle mie storie preferite. invece di inveire contro qualcosa, di attribuirle infinite colpe, in questo modo si immagina che questa cosa, fonte di tutti i problemi, possa scomparire. e che succederebbe allora?
    questo è il senso della campagna blacks out, un giorno senza immigrati. è una campagna nata intorno a un libro, è un sito ma è anche un esempio di guerrilla marketing. la città viene tappezzata di manifesti che denunciano la scomparsa di immigrati (un prete, una badante, un muratore, un bracciante agricolo) nel bel mezzo dello svolgimento del loro lavoro. la cosa fa riflettere chi, ovviamente vuole riflettere. stiamo riversando su di loro tutte le colpe, li stiamo facendo diventare la causa di tutti i mali attuali, ma se non ci fossero? speriamo che qualcuno abbia sufficiente fantasia per trovare una risposta
    http://www.blacks-out.com/
    in precedenza, nel 2006, c’era stato il primo sciopero degli immigrati latinos negli stati uniti
    http://it.peacereporter.net/articolo/5319/Un+giorno+senza+immigrati

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