Sul valore degli incontri, le merendine 2.0, il detto e… il non detto

108_NutritionIconsIl progetto Merenda 2.0, gestito in collaborazione con INC per AiDEPi-Merendine italiane, tocca uno degli argomenti piu’ delicati che ci siano in Rete: l’alimentazione dei bambini e in particolare le merendine confezionate (per merendine si intendono, precisamente, i prodotti dolciari da forno). Anche in questo caso abbiamo raccolto la sfida consigliando la giusta dose di confronto e di dialettica.

In primo luogo è stata condotta una ricerca online, con un questionario riempito da 100 blogger e frequentatrici della rete (un campione statisticamente rappresentativo dell’universo dei blog, dunque), sulle abitudini della merenda. Sappiamo bene che non sempre cio’ che viene dichiarato corrisponde alla realta’ (di solito non teniamo dei diari accurati di quello che mangiamo, a meno che non ci venga richiesto da un medico o da un ricercatore), ma intanto le domande da porsi erano interessanti: quante volte i nostri bambini fanno merenda, con quali alimenti, cosa sappiamo e cosa pensiamo delle merendine, e cosa vorremmo dai loro produttori. Poi i risultati sono stati condivisi in un open day, lo scorso 6 ottobre, presso il Museo Explora di Roma, in cui TTV ha moderato (le virgolette sono d obbligo! l’energia era tantissima!) la conversazione tra l’agenzia, i responsabili editoriali del sito, e un gruppo di circa 20 mamme attive in rete, sollecitando ulteriori idee e proposte. (Venerdi 12 ottobre saro’ presente ad un incontro con la stampa a Milano, avente ad oggetto questa stessa survey, per fare una piccola introduzione sulle consumatrici in rete. Faro’ del mio meglio per rappresentare le loro voci.)

Cosa ho imparato?
Intanto questo progetto mi ha permesso di scoprire l’esistenza di un sito come http://www.merendineitaliane.it/ che dichiara uno scopo informativo e divulgativo, non branded, con l’ambizione di fornire indicazioni corrette. il fatto che un panel di utenti possa esaminarne i contenuti, porre questioni anche scomode e suggerire miglioramenti e’ un’opportunita’ o una furbata del tipo “chiedere all’oste com e’ il vino”? Dipende esattamente da come ci si pone nella conversazione: se come parte attiva o come ricettori passivi. E dipende dall’impegno di chi ascolta, ovviamente.

Mentre lascerei che ad entrare nel merito della materia della ricerca siano i post di commento (ad esempio qui e qui) di chi ha partecipato – la ricerca dice che ci sono tre classici gruppi: le positive, le negative, e le pragmatiche – vorrei solo condividere alcune opinioni delle partecipanti all’incontro e alcune considerazioni generali di atteggiamento?.

Conversazione, informazione, diffidenza per partito preso e pregiudizi

“io ammetto di non amarle come prodotto e di comprarle davvero poco, ma mi piacerebbe far passare il concetto che non si e’ cattive madri se si utilizzano.”

“io mi sono portata a casa alcuni concetti in primis l’importanza della varieta’ di alimenti da proporre, il concetto di abitudine alimentare, l’importanza di una giusta e attendibile fonte di informazione che spesso manca , l’importanza di leggere attentamente le etichette”

“Lo spunto che ho trovato davvero interessante riguarda i pregiudizi: ho notato che molte di noi – io per prima – sono prevenute verso tutto cio’ che e’ industriale. Fondamentale quindi informare nel modo corretto.”

“si ingrassa perche’ si consuma meno di quel che si accumula. E spesso, non ci rendiamo conto di quanto si accumuli davvero. illuminante l’informazione rispetto al fatto che non basta iscrivere il bambino in palestra per pensare che si muova tanto. e questa e’ un’informazione che va data.A onor del vero, esistono siti appositi, che cercano di veicolare la cultura del movimento anche attraverso la riscoperta dei giochi tradizionali, solo che se lo fa Michelle Obama, si reagisce in un certo modo, se lo fa Kinder (col sito sullo sport) in tutt’altro.”
Lungo questa linea e’ stata avanzata una proposta, tra le tante interessanti, di pubblicare delle schede tecniche delle merendine, un database con informazioni nutrizionali ma anche l’indicazione dettagliata degli ingredienti, la loro provenienza, i loro processi, le fasce d eta’ raccomandate, e da qui mi spingo fino a immaginare l’adozione di un linguaggio condiviso di icone sui pack (come fanno tutti i retailer in uK sulle loro confezioni alimentari, ad esempio). Questi progetti sono proprio il valore aggiunto delle associazioni di categoria. il web consente di approfondire le informazioni molto piu’ di una tabella microscopica su un packaging, approfittiamone per farlo bene, prima che la prossima bufala sulla poltiglia di frattaglie di ornitorinco presente nel prodotto tal dei tali (per dire) cominci a circolare su Facebook.
Una blogger si sente molto responsabile delle informazioni che veicola
“Trovo che l’idea di un canale di informazioni che sia attendibile, critico e chiaro sia eccezionale!”
“Avere la possibilita’ di offrire un punto di vista che non sia di parte, ma sia obiettivo, darebbe alle fruitrici dei nostri siti un’idea reale di quello che c’e’ dietro il processo produttivo. Credo che un’informazione non edulcorata, ma oggettiva il piu’ possibile sia quanto di meglio possiamo auspicare”

Ma non e’ facile.

“Purtroppo cercare di far passare certe informazioni attraverso i nostri blog/siti e’ davvero difficile perche’ alcuni (..) ti attaccano subito vedendoci un’informazione falsata e sponsorizzata??Ma perche’ prendiamo per vera qualsiasi affermazione postata su qualsiasi blog e vediamo come il diavolo le informazioni trasmesse dalle aziende La domanda e’ rivolta anche a me stessa??il problema di essere “fonte attendibile (..) e’ che purtroppo molti pensano che nel momento in cui una blogger pubblica notizie che arrivano da un brand, e’ prezzolata, in malafede, infida, brutta e puzzona.”
Il punto e’ che nel marketing fatto attraverso la conversazione noi ci crediamo davvero, ma solo se partecipano tutti e se le loro posizioni sono paritarie. Per cui mi pongo qualche domanda.perche’ un sito che ha una fonte industriale non puo’ essere attendibile, mentre e’ attendibile un link di mio cugino Dovrebbe contare un’evidenza scientifica e una competenza comprovata sui processi. perche’ se vado a parlare con un’azienda e poi lo riferisco, il post perde credibilita’? (non siamo nel campo delle sponsorizzazioni ma delle libere conversazioni, preciso). perche’ ci interroghiamo scrupolosamente sulla correttezza delle tecniche di comunicazione di uno spot – giustamente si nota come una bambina che dice lo mangio perche’ e’ sano non sia molto credibile..- e non ci facciamo le stesse domande sulla percezione distorta della realta’, l’estremismo e la demonizzazione generato da alcune forme di comunicazione nei blog contro intere categorie alimentari (per esempio gli zuccheri)? in cosa risiede l’attendibilita’: e’ sufficiente essere ostili alle aziende e appassionati sostenitori di una causa, per conquistarla di diritto Siamo in grado di distinguere alcune bufale colossali che ci sono in circolazione su molti prodotti o contribuiamo a diffonderleil partito-preso ideologico fa male alla nostra informazione esattamente quanto un produttore disonesto.
E infine, puo’ accadere che chi e’ critico/scettico eviti di partecipare alle conversazioni con le aziende nelle sedi piu’ adatte online o offline che sono a loro disposizione, per rimanere critico e scettico in tutte le altre. Eppure esattamente come negli incontri faccia a faccia, la discussione si puo’ animare rimanendo sempre corretta (e’ quello che e’ successo sabato), e le obiezioni e le critiche costruttive aiutano questi progetti ad andare avanti in modo piu’ coerente con le loro stesse premesse.Quindi va benissimo un commento come in alcune risposte il nutrizionista non mi ha affatto convinta, per cui mi e’ rimasto dello scetticismo addosso?, seguito auspicabilmente dalla prosecuzione della conversazione con il suddetto nutrizionista. Forse anche per questo le presentazioni” ai blogger per molte aziende il primo timido passo di un’apertura – sono gia’ un format un po troppo limitato e scontato, che deve lasciare spazio poi a conversazioni durature, fatte di online e di offline. Speriamo.

ps foto e video dell’evento sono qui

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  1. […] in una giornata di workshop a Roma insieme a molte blogger interessate all’argomento (qui il resoconto dell’incontro dello scorso ottobre).Proprio in quell’occasione avevamo proposto di […]

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