Una conversazione con la LILT (che non organizza catene FB)

Ricorderete che il mese scorso e’ dilagata, come da qualche anno a questa parte, quella catena senza senso che su Facebook invade le bacheche delle donne. Solo per chi si prende la briga di approfondire, si scopre che si tratterebbe di un’iniziativa per sensibilizzare al mese della prevenzione del cancro al seno, incoraggiandoci a fare i doverosi controlli. Sensibilizzare? Incoraggiare?

Tralascio i commenti che ho trovato ben espressi qui e qui in modo più colorito, per esempio. E ammetto di non aver resistito all’insofferenza che mi prende ogni anno di fronte alla cosa, e di aver lasciato in giro commenti acidi sull’idiozia di tutto ciò (che non raggiunge alcun obiettivo se non dividere le donne tra cameratesche che aderiscono e intellettuali che si dissociano, e inoltre tratta gli uomini da cerebrolesi).
LILT-logoUna cosa però voglio raccontarvela, perché è stata utile: dopo aver immaginato che alla LiLT interessasse di piu’ il purché se ne parli che il vero messaggio sulla salute delle donne, ho pensato di essere stata ingiusta o quanto meno non del tutto informata  e così ho scritto un messaggio privato alla pagina di LiLT NAZiONALE.

Mi hanno risposto rapidamente, e la conversazione e’ andata piu’ o meno cosi (sintetizzo molto lasciando solo il senso, anche per non essere indelicata verso gli interlocutori):

– – Ciao LILT, sono Flavia. Ma e’ vero che l’idea di queste catene viene da voi?

LILT:  Qualcun altro ce lo ha chiesto, non siamo noi ma non la disconosciamo nemmeno. Le riporto la risposta dell’ufficio stampa (segue copincolla formale di una posizione un po’ difficile da interpretare, una di quelle che dice e non dice)

Allora non desisto…
– – Non capisco bene, mi rendo conto che se le persone si attivano non vanno scoraggiate, pero’ mi dica una cosa, immagino da donna a donna :)  non si potrebbe mobilitare l’energia della rete in modo piu’ strategico e rilevante?  Questa cosa non funziona per (1,2,3) motivi, e non giova alla vostra causa!

– LILT : Non posso che ringraziarla per essere venuta a parlarcene, quasi nessuno si comporta cosi Nessuno di noi nelle sedi locali ha ricevuto segnalazioni, tranne questa sua e quella di una giornalista giorni fa. Forse allora il messaggio che circola e’ meno innocuo di quello che ci poteva sembrare..?

– Non è innocuo, è fastidioso! Sono in pochi a scrivere ai diretti interessati perche’ magari si aspettano poco ascolto oppure risposte non adeguate (e del resto la sua prima risposta non era molto social..- ma io sono ottimista e persevero 🙂

-LILT  Capisco! Come ente pubblico dobbiamo stare attenti quando non sappiamo con chi abbiamo a che fare e tanti aspettano solo un minimo errore per gridare allo scandalo. Ho trovato questo (mi allega thread di yahoo answers tra ragazzine che chiedono spiegazioni sulla meccanica della catena)

– C’e’ anche questo… (gli allego articolo di Fanpage e un altro blog ironico)

– LILT: Credono che l’abbiamo lanciata noi..? Ma prendere posizione per arginarla ora non fomenterebbe altre polemiche?

– Ormai è andata, sì.  Ma se potessimo parlare con voi di altre cose che si potrebbero fare in futuro, sarebbe bellissimo.

– LILT: Grazie, ho segnalato il suo nome all’ufficio stampa per contattarla.

Dopo un po’ di tempo mi rifaccio viva e ricevo questa risposta, che riporto integralmente:

Gentilissima Flavia Rubino, la ringrazio per le sue importanti segnalazioni che sia io che il mio collega che mi precedeva, abbiamo inoltrato ai nostri responsabili. Mi dispiace che non abbia ricevuto ancora un riscontro. Con l’occasione le invio un abbraccio tutto rosa, visto il mese in cui ci troviamo e la ringrazio nuovamente per il suo vivo interesse nei nostri confronti.

Non importa se non mi contatteranno, davvero. Penso che grazie a Facebok sia piu’ facile attivarsi come cittadini e cercare confronti. Solo due avvertenze importanti che traggo dalla piccola vicenda:

– Se sei un’istituzione, devi monitorare non solo le conversazioni che ti citano, ma anche quelle sul contesto generale (mercato?) in cui operi, e non aspettarti segnalazioni. Il gestore della pagina Facebook non si rendeva conto di quanto si parlasse di questa cosa!

– Se sei un cittadino o un consumatore che contatta un’istituzione o un brand, magari molto piu’ arrabbiato o indignato di me in questo caso, aspetta un momento in cui sei calmo e non dimenticare che di la’ ci sono delle persone. Che a loro volta non sanno chi sei. Cerca di usare buone maniere e sorrisi, anche (soprattutto) scrivendo, e cerca di chiedere informazioni e spiegazioni in modo neutro.  Hai piu’ possibilita’ di iniziare un dialogo che non con un approccio del tipo: “state facendo questa cosa? Che bella cavolata!

– una volta rotto il ghiaccio e iniziato un dialogo, allora puoi esprimere critiche costruttive, ma sempre solo costruttive, altrimenti il dialogo si chiude (“ci sono delle cose che si potrebbero fare per migliorare i risultati” invece di “fa schifo”). E non dimenticate anche che chi gestisce la pagina e chi fa poi concretamente i piani (di marketing, di comunicazione, di relazioni esterne) sono quasi sempre persone diverse, che inoltre cambiano nel tempo.

Se avete avuto esperienza anche voi di critiche costruttive e non, raccontatemi.

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