Da dove vengono le buone idee?

Risposta: dalla “collisione” di indizi, o sospetti, o intuizioni (=hunch), insomma dall’incontro di un’idea embrionale con un’altra idea embrionale. Questa è la tesi di un interessante book trailer che vi proponiamo, basato sulle più moderne teorie della creatività e dell’innovazione (se anche voi siete affascinati dall’argomento, un altro testo interessante è “The Medici effect”, F. Johansson).

Qualche concetto da ricordare:
Il tempo – le buone idee hanno bisogno di un periodo e di un ambiente di incubazione,  talvolta lungo parecchi anni. L’improvvisa illuminazione è una leggenda: un’idea presuppone sempre una ricerca, un’investigazione.
Il duro lavoro – le buone idee arrivano dopo ripetuti tentativi, osservazioni, commistioni e, naturalmente, fallimenti. Esiste la serendipity, cioè la casualità di trovare qualcosa quando si sta cercando altro, ma solo chi ha studiato la riconosce: Il caso favorisce la mente preparata (L. Pasteur)
La connessione - l’aumento delle possibilità e della velocità della comunicazione tra persone ha generato una grande accelerazione del progresso negli ultimi secoli. Grazie a Internet, oggi possiamo trovare più facilmente quello stimolo, quel “pezzo mancante” che ci serve per generare un’idea.La creatività ha quindi una dimensione individuale (saper osservare, raccogliere e combinare tanti diversi elementi) ma anche una relazionale, perché tutti gli ingredienti delle nostre idee si trovano nel mondo e nelle persone che ci circondano.
Come dicevamo qui, la creativita’ e’ fatta di conversazioni e non di laboratori solitari, e ogni conversazione che favorisca lo scambio (e sì, anche la collisione) di idee è per noi un vero e proprio atto creativo.
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5 commenti
  1. Pier
    Pier dice:

    Conosco il libro. Su di esso in NIKE è stato organizzato un programma di formazione a livello globale. Il libro è molto chiaro, semplice e ricco di esempi . Davvero stimolante

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  2. Flavia Rubino
    Flavia Rubino dice:

    Secondo me, come tutte le abilità è un buon mix di propensione naturale (a pensare fuori dagli schemi) e di allenamento (perseveranza). Ne abbiamo parlato anche qui, a prosito di un altro bel libro thetalkingvillage.it/blog/notizia/la-trama-lucente-inno-alla-creativita.asp

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