8 modi in cui va bene anche piacere a pochi.

20150610_143135(alla Social Media Week Roma)

Volevo intitolare questo post “10 motivi per cui non sono una web-star”, ma il concetto non doveva suonare negativo o rosicone – e inoltre poco originale perché di sicuro qualcuno avrà scritto la stessa cosa prima di me – quindi ho preferito un messaggio che mi è più congeniale, e soprattutto che qualcuno potrebbe trovare più utile.

Il messaggio è: non solo non è necessario piacere a tutti, ma non dobbiamo neanche piacere a tanti.

 

flaviasmw

  1. Sono una donna, (virgola), che parla di lavoro,  e non di lifestyle, fashion, food, crochet. Peggio ancora, parlo di marketing. E non necessariamente di web marketing, non di social media marketing livello advanced, ma di marketing e basta, (senza neanche essere Kotler o Godin), insomma sono una nicchia che non ha una precisa nicchia. Il lato positivo di questa situazione è la possibilià di intercettare persone che non cercano risposte facili a problemi posti in modo stupido (come aumento i miei fan su Facebook?) ma cercano ispirazioni più ampie, persone di tutti i settori e tutte le età, ma dotate di grande curiosità.
  2. Al web approdo da grande, molto grande, nel 2008. Quindi non nasco nel web e non sono un’esperta dei segreti del web, ma provengo dalle aziende. Ho dei gravi deficit di attenzione su SEM SEO e Algoritmi di Facebook – e se non scrivi almeno un post alla settimana che contenga queste parole magiche resti molto ai margini della vita autoriferita del web.  Sono ancora, nel midollo, una figura aziendale, poi diventata autonoma e imprenditoriale, ma non diventata la tipica  freelance-freestyle. Per essere sincera, credo che essere stata dirigente nei miei early 30’s non sia esattamente un plus in termini di identificazione e simpatia.Chiunque oggi può aspirare a raggiungere la posizione di “famoso blogger di marketing e social, freelance-freestyle”, ma la posizione di direttore marketing della multinazionale non è altrettanto popolare/raggiungibile, da una donna poi, e insomma ci sta proprio sulle palle, diciamocelo (infatti non dovrei includere questo punto nella lista per avere una minima speranza che questo post venga condiviso da qualcuno.)
    Per chi va oltre l’epidermica antipatia, il plus è poter attingere a delle competenze che non si trovano facilmente in giro.
  3.  Scrivo in base a quello che sento il bisogno di dire senza seguire piani editoriali e progetti specifici di personal branding, per cui non scrivo ogni giorno compulsivamente, e alterno fasi di silenzio imbarazzante a fasi di logorrea (altrettanto imbarazzante). Questo mi rende seguibile solo dagli affezionati.
  4.  Non sono capace di coniare espressioni contagiose tipo “lì è quando” “Questo è quanto”. Il massimo del mio meme è “Gli insight non sono quelli di facebook”, “La strategia non è l’esecuzione”, “chiediti cosa, con chi e perché”, e cose così. La cosa bella però è che quei pochi che li ricordano e sono d’accordo con me non li usano per fare i fighi su twitter o facebook, ma per fare un buon lavoro.
  5. Non me la tiro sul nulla, che almeno sarebbe simpatico. Me la tiro sulle vere competenze,  l’ho appena fatto… il che è antipaticissimo.
  6. Non scrivo e quindi ahimè non presento libri, mi piacerebbe molto e ci penso spesso, ma non credo che ci riuscirò mai, a causa della mia patologica impazienza. Devo accontentarmi di scrivere e presentare le case history dei nostri progetti, e quelle di solito risultano utili per la loro concretezza.
  7. Nonostate mi sia molto sforzata e mi sia migliorata nell’uso di un linguaggio più semplice, non riesco mai a banalizzare, nel senso di rendere di pronta beva, una materia.
  8. Infine, non piango il primo nè l’ultimo giorno di scuola di qualunque anno scolastico dei miei figli si tratti, anche se mi rendo conto che la fine della terza elementare è un rito di passaggio irripetibile che a tutti strappa il cuore, ma io proprio non riesco a a piangere per questo, non mi viene, niente, nada, mi spiace.

Ho deciso di valutare il mio “successo” in base al numero di vite online che riesco a toccare lasciando un vero segno – e ovviamente questa valutazione presuppone che una piccola percentuale di persone interessate me lo dica (mentre so che una buona parte, anche se colpita positivamente, non lo farà).
Ultimamente questo indicatore sta crescendo, e io sono molto contenta.
Quindi ora pubblico questo post di venerdi sera, alle otto, per loro.

E per voi quale sarà il massimo indicatore di qualità?

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