I Diari Delle Spighe: Persone Che Raccontano Storie

The Talking Village è nato con una stella particolarmente felice, quella di Barilla, che ci ha tenuto a battesimo coinvolgendoci in una parte della realizzazione del progetto Diari delle Spighe, del brand Mulino Bianco.

Il meccanismo dei Diari delle Spighe era piuttosto semplice: un gruppo di persone ha ricevuto ogni settimana, per 6 settimane, un tema di cui parlare, in vari modi inerente al prodotto. Si è parlato delle Spighe, certo, ma anche della colazione in generale, degli altri prodotti, e così via. La moderazione era a posteriori, ossia le persone erano libere di scrivere quello che volevano (compreso critiche alla marca), con il solo controllo del rispetto delle regole del gioco. Il gruppo era formato da un certo numero di consumatori che si sono candidati spontaneamente attraverso il sito del Mulino Bianco, e una quindicina di blogger reclutate da The Talking Village. Su questa eterogeneità nel gruppo di lavoro ci siamo soffermate alla fine del progetto, per fare il punto su cosa avesse comportato, i vantaggi e gli svantaggi: i key learning, insomma.

Le storie e le risposte

Elaborare contenuti sulla base di un task ricevuto non è un’operazione neutra come scrivere sul proprio blog, ma somiglia di più allo svolgere un tema in classe. E, proprio come i temi in classe, alcuni post erano impostati come storie, racconti, narrazioni, altri come risposte a domande. Nelle prime settimane la distanza tra i due modi di approcciare il prodotto è stata più marcata, poi, lentamente, le risposte sono diventate sempre più simili a racconti.

Che significa?

Chi è abituato a scrivere (nel nostro caso i blogger) tende a dare sempre la veste di racconto ai contenuti che produce. Questa modalità può essere contagiosa, se applicata per un periodo di tempo congruo, e ottenere che anche persone non abituate a scrivere vengano stimolate a farlo.

Un tempo sufficiente

Proprio come quando due persone che si incontrano hanno bisogno di un po’ di tempo per rompere il ghiaccio, anche per i nostri diaristi è stato così. Più monadici i primi interventi, sempre più partecipati quelli successivi, fino a dar vita a una vera e propria conversazione.

Che significa?

Un progetto di conversazione non può durare solo qualche giorno, perché c’è bisogno di un tempo sufficiente a creare le dinamiche interne al gruppo che danno vita ad uno scambio reale.

Per un buon tema ci vuole una buona traccia

Durante le sei settimane i task sono stati elaborati due volte: la prima dall’azienda, la seconda dal team dedicato ai Diari. Questo, che è un lavoro di copywriting legato a specifiche esigenze di moderazione di un gruppo, si è rivelato molto utile, perché ha fatto sì che ogni task, ogni traccia, diventasse l’occasione per costruirci sopra un racconto, una storia, una narrazione.

Che significa?

Per produrre contenuti di qualità è necessario avere degli spunti validi – soprattutto considerando che  non tutti sono copywiter, scrittori o giornalisti – e cioè capaci di far immaginare contesti senza suggerirne uno specifico.

Queste sono alcuni degli elementi emersi dal lavoro sui Diari Barilla. Ciascuno di essi è uno spunto per farci venire in mente nuovi progetti.

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