Esercizi di resilienza

Storie di cambiamenti, di scrivanie, di rielaborazioni creative della propria narrazione personale, persino di scarpe e di borse che ancora parlano di noi, insieme a stipendi che non ci sono piu’ e resilienza (tanta, sempre).
La storia che Giuliana ha provato a raccontare in un modo e poi ha raccontato in un altro, al ParmaCamp, la condividiamo qui, anche se poche slide non possono esaurirla. E’ una storia di cambiamenti del mondo intorno a noi che hanno influito sulla nostra mentalita’ e rivoluzionato la nostra vita personale, quando abbiamo capito che non potevamo continuare a fare quel lavoro in quel modo, dietro quelle scrivanie: io il marketing, lei l’agenzia. io dietro la mia scrivania di mogano (veramente l’ultima era di vetro), chiusa tra forecast delle vendite e riunioni estenuanti con capi ottusi, lei dietro la sua scrivania di design, a progettare siti “sticky”, e concorsi, e DB inutili, e a maledire i clienti come noi (questo lo aggiungo io).

Un giorno del 2008, nell’aeroporto londinese di Heathrow, ho comprato GROUNDSWELL per pura curiosita’, e appassionandomi a quella lettura ho intravisto che c’era molto altro da fare. La mia motivazione verso il lavoro di direttore marketing “convenzionale” ha cominciato a calare drammaticamente, al punto da dover andare via, dopo pochi mesi, dalla grande azienda, facendo una follia e abbandonando i benefit, così come Giuliana e’ andata via dalla grande agenzia: entrambe lasciandoci alle spalle un intero pezzo di vita che ha decisamente contribuito a renderci quelle che siamo (vedi scarpe e borse).

Tradurre la propria storia in una narrazione come questa e’ gia’ un esercizio di resilienza, credo, perche’ vi confesso che i forecast vendite non mi mancano per niente ma l’auto aziendale e il signore che me la andava a lavare e mi pagava puntualmente bollo e assicurazione, beh… anche sì. E anche molto.

La resilienza e’ il fattore di sopravvivenza piu’ importante nello stress del cambiamento. La prima slide che ho scritto nella mia nuova avventura, nel 2009, aveva un fondo nero notte, e accanto proprio la massima di Darwin che ieri al Parmacamp rimbalzava da una presentazione all’altra: “la specie che sopravvive non e’ la piu’ forte o la piu’ intelligente, ma quella in grado di adattarsi al cambiamento.”

future

Esercizi di resilienza: dare un senso ai colpi che si prendono, adattarsi a un ambiente ostile, usando lo humour, dirigendo la rabbia in modo utile, trasformando l’incomprensibile in innovazione.
Proprio per questo un altro utilissimo esercizio di resilienza e’ saper cogliere e interpretare i segni dell’ambiente intorno a noi, magari proprio quelli che non capiamo o non condividiamo, che mettono in crisi la nostra visione delle cose, le nostre abitudini piu’ comode.
Per questo tipo di insegnamento prendo a prestito la presentazione di Alessio Alberini (Parmacamp 2011. Ancora attuale) e la dedico a Sara, nostra nuova blog-collaboratrice per il progetto idee per le mamme, entusiasta e battagliera, a Francesca, e alle tante altre amiche capaci – con mia grande ammirazione – di prepararsi la pasta madre.

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