L’algoritmo di Facebook e le connessioni positive

Favorire le connessioni

connettoriUno dei KPI (criteri di successo) più importantiper un professionista digitale è la possibilità  di lasciare un segno positivo negli altri. Per essere più precisi, è la capacità di favorire le buone connessioni: o tra le persone, o tra le idee di diverse persone, o tra i pensieri di una stessa persona. Connessioni produttive, da cui può nascere qualcosa di nuovo.

Ogni volta che incontro, online o offline, una persona impegnata nel difficile compito di ripensare o reindirizzare la propria vita e i propri desideri, la voglia di aiutarlo/a va oltre le mie stesse possibilità, purtroppo. Se potessi, assumerei  tutte le persone interessanti e volenterose che vedo in giro, che sono tante. Qualche volta lo faccio davvero, qualche volta commetto errori di valutazione. Ma non potendo farlo con tutti , mi viene comunque naturale suggerire loro percorsi, incontri, sinapsi varie. Non nego che il caso giochi un ruolo decisivo e spesso vincente in questi contatti.

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Thomas Shahan – Lava Tube Cave, WA

Il mondo chiuso in un algoritmo

Ultimamente sono rimasta senza smartphone, e nel riesumare un telefono di due-tre anni fa mi sono trovata ad usare per qualche settimana una versione precedente (ma molto precedente!) di Facebook. Sono rimasta esterefatta: la timeline mi mostrava pagine e persone che avevo completamente dimenticato, che pure erano sempre rimaste tra i miei contatti. Si è praticamente riaperto un mondo.

L’algoritmo di Facebook ci sta chiudendo in un orizzonte sempre più piccolo e angusto. Decide cosa ci piace in base alle nostre interazioni passate e ce ne mostra di più, lasciando che tutto il resto scompaia.
Questo significa dimenticare che esiste la possibilità  di spezzare un cerchio di pensieri sempre più stretti, letteralmente significa non guardare più oltre il proprio naso ( = i propri click), significa rimanere chiusi nella caverna, come nel mito di Platone, fino a convincerci che il nostro mondo sia tutto là .

Il mio consiglio è cercare continuamente di superare tutto ciò che è abituale, cercare sempre nuove fonti e nuovi ambienti in Rete, seguire il caso, la serendipity, cioè cose che non si stavano cercando ma che potrebbero capitare al momento giusto. E’ noto che i risultati creativi migliori sono quelli prodotti dalle contaminazioni, dalle persone eterogenee, dalle commistioni, è noto che i geni devono mischiarsi il più possibile per non degenerare.

Non voglio essere “profilata” se questo significa che un algoritmo decide per me non solo cosa mi piace, ma anche cosa sto cercando, non solo da dove vengo, ma anche dove voglio andare.

Se non possiamo evitare la profilazione, almeno evitiamo l’immobilità, senza smettere mai di cercare il nuovo.