Pensare per moduli, carte e mattoncini

Che la rivoluzione digitale stia cambiando non solo il nostro modo di pensare, ma proprio la struttura del nostro cervello, immagino sia una riflessione che non vi giunge nuova.

Il digitale trasforma anche il nostro cervello

Siamo appena agli inizi della nuova era, ma i progressi sono talmente esponenziali che gli ultimi dieci anni ci sembrano una vita – e lo sono, dal punto di vista dell’innovazione tecnologica – avendo prodotto accelerazioni impensabili nei precedenti cinquanta.

Questo rappresenta per noi tutti un’enorme sfida cognitiva: la tecnologia continua a crescere, appunto, in modo esponenziale (ricordate la legge di Moore?), mentre noi umani, per fortuna più creativi di transistor e processori, manteniamo ritmi lineari.  Rimanendo indietro rispetto alle nostre stesse invenzioni.

I trend che lo dimostrano

Ma perché questo ampio preambolo?

Per sottoporvi un’osservazione, che forse avrete già trovato nelle miriadi di articoli sui “trend del nuovo decennio”… o forse no.

Il nostro cervello ha bisogno di scorciatoie (la fedeltà a un brand, per esempio, è un caso lampante di scorciatoia decisionale, ma questo sarebbe un altro post e ci porterebbe fuori tema), così che un modo per focalizzare la sua energia creativa e massimizzare la sua produttività è pensare per moduli.

Ecco alcuni trend che ultimamente ho visto in forte accelerazione:

  • La diffusione delle carte, utili per svolgere qualsiasi compito di analisi e progettazione: due proposte i cui ideatori ho avuto la fortuna di conoscere personalmente sono UXGOUX DOMINO CARD
    Che entrambi usino il prefisso UX (User Experience) non è un caso: è l’esperienza complessiva che va immaginata, non la singola funzionalità di un prodotto. La carte permettono di scomporre facilmente e rapidamente un progetto in moduli, e costruire un’esperienza a partire da questi.
  • L’organizzazione di flussi di lavoro complessi attraverso gli approcci LEAN e gli strumenti di Design Thinking: ovvero pensare come un designer, seguendo un processo rigoroso, che possiamo immaginare come una serie di stanze (moduli anch’esse) in cui raccogliamo materiali, li analizziamo e selezioniamo per portarli in quella successiva, e così via. Iniziamo nella stanza della Discovery, poi passiamo in quella degli Insight, poi in quella dell’Ideazione, infine in quella della Sperimentazione, e il ciclo può ricominciare.
  • Facendo un passo ulteriore, arriviamo al meraviglioso concetto di GAME THINKING. Ovvero ci rendiamo conto che le strutture appena citate non sono altro che quelle del gioco, attività fondamentale per l’apprendimento, e guarda caso, una delle attività letteralmente esplose nel mondo digitale.

    Così come le strutture mentali del gioco aiutano i ragazzi ad imparare, così aiutano gli adulti  a (dis)imparare, a (ri)progettare continuamente.

In conclusione

Questi sistemi modulari riscuotono successo perché supportano un altro bisogno molto potente del nostro cervello: il pensiero visuale. Se siete tra quelle persone che si creano uno schema, un diagramma, un insieme di blocchi o pilastri per riuscire a descrivere un’idea complessa, capirete cosa sto dicendo. Se invece vi esprimete perfettamente solo con un testo o un discorso orale, vi ammiro molto.

(Piccola nota personale. Ultimamente mi è capitato di sostenere un colloquio, addirittura davanti a una commissione pubblica, praticamente non mi succedeva dalla laurea, e mi sono seduta armata di carta e penna. A un certo punto non ho resistito, e… gli ho fatto un disegnino.)

Insomma: carte, mattoncini Lego, moduli, sono

unità essenziali di design, da utilizzare per comporre costruzioni che visualizzano, materializzano e organizzano informazioni, idee, messaggi.

Il tutto con la sensazione di giocare. Affascinante, vero?
Per tornare all’inizio di questo post, credo che questa sia una delle più potenti e proficue influenze del mondo digitale – l’economia dei bit – sul nostro modo di pensare e lavorare.

Se vi va di approfondirne le implicazioni per i vostri progetti e metodi di lavoro, scrivetemi: vi aspetto.

 

PH.Credits F.Rubino – Galleria d’arte, Agosto 2018

 

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


*