Fund raising, online e offline sono lo stesso mondo?

Mi trovo agli Internazional BNL d’Italia a Roma, e dopo aver visto la partita faccio un giro tra gli stand: non nego di essere in cerca di qualche gadget, chi dice mai di no ai gadget?
Dallo stand di un importante sponsor sociale, un ragazzo con un grande cappello colorato e dei grandi baffi a punta si sbraccia per farmi ciao, sorride e mi fa cenno di entrare. Divertita dall’approccio decido di sentire quello che ha da dirmi. Mi stringe la mano e si presenta, si chiama (diciamo) Tommaso e – ammetto di non ricordare molto della conversazione – con molta simpatia mi chiede se voglio aderire alla loro ultima iniziativa.

fundraisingGli chiedo cosa devo fare….E qui si evidenzia la distanza tra le mie aspettative in un primo contatto del genere, e i suoi obiettivi: io mi dico interessata a ricevere informazioni e gli offro la mia email. Lui non approfitta dell’offerta! mi porge un modulo da riempire, e dice che tutto quello che devo fare è indicare un importo mensile e come desidero pagare. Semplicissimo.
“Ma, quindi, devo già iniziare a pagare?” (Sono un po’ interdetta, non è una decisione che di solito prendo così su due piedi, alle otto di sera e pure affamata.)
“Sì, ma non è vincolante” (aspetta, un bonifico mensile non è esattamente il mio concetto di cosa non vincolante…ho appena revocato quello a un’altra organizzazione umanitaria sostenuta per più di dieci anni, perché nonostante secoli fa avessi comunicato il mio indirizzo corretto a un digital PR che mi aveva contattato sul mio vecchio blog, non ho più ricevuto notizie sulla mia donazione, nè sul bambino adottato a distanza. Ma ci ho messo mesi per decidermi a farlo, sentendomi, appunto, vincolata) .

Vorrei solo prendere delle informazioni, magari sul sito, e pensarci un po’. Gli dico che ho anche altri impegni di solidarietà in corso, e devo farmi pur due conti.
“Posso farlo anche online, no? Quindi che differenza c’è tra farlo ora con te e farlo online?”

Ho toccato un tasto dolente. La prima differenza per lui è che ovviamente posso cambiare idea e non mantener il mio proposito (ma ti ho offerto la mia email e non te ne sei fatto nulla! sai quante storie irresistibili e  commoventi puoi mandarmi personalmente in quel modo? ti ho dato un’autorizzazione in bianco a perseguitarmi! ovviamente sto parlando all’organizzazione e non al suo rappresentante). E poi una decisione ragionata e basata su informazioni è meno volatile di una presa d’impulso solo per non dirti di no.
Ma soprattutto, come aggiunge la sua collega cercando di aiutarlo, aderendo con il modulo “viene riconoscuto il lavoro di Tommaso”. Non so come funziona, se Tommaso sia un volontario o se riceva qualcosa in base ai moduli che riesce a  riempire, ma mi sembra evidente che non c’è alcuna integrazione tra la sua attività allo stand e quello che succede sul sito, nessuna continuità tra offline e online, che invece è qualcosa di ovvio nella mia vita.

Basterebbe dargli l’opzione aggiuntiva di raccogliere le email, dare a me un codice da digitare sul sito che identifica l’operatore che mi ha contattata o la città, o un altro identificativo, e avreste avuto un tracking diretto del ritorno delle vostre attività di fund raising. Non so se la sto facendo troppo facile, però… peccato, ecco.

“Lei mi sembra molto qualificata, signora” mi fa Tommaso.

“Ehm…..”

 

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