Tempo di bilanci. Non fatevi selfie, fatevi una self-review.

selfie

credits: Kevin Dooley

Pensavamo che i brand potessero diventare umani e parlare come le persone, ma, come ho già avuto modo di dire provocatoriamente, è successo che invece sempre più persone si comportano e parlano come brand.

Ironia a parte, il personal branding è fondamentale per ritagliarsi la propria nicchia in Rete. Quindi non crediate di poterne sfruttare solo i vantaggi (iperpresenza e iperpromozione) vi tocca anche fare il lavoro duro a casa vostra: la business review.

(Lasciamo perdere che nelle aziende le business review cominciano in realtà a febbraio-marzo, perché vogliono già sapere come chiuderete l’anno. Poi tornano a chiedervelo a maggio, a luglio, e a settembre. A dicembre non parlerete più dell’anno prossimo, ma dei due successivi).

Comunque, inutile negare che questo è il momento dell’anno più adatto per farsi un po’ di domande e articolare un po’ di previsioni, che vadano possibilmente anche al di là di cosa ci sarà in tavola il 24 e il 25.

Anche qualora avessimo il lusso di darci da soli queste risposte, perché siamo i capi di noi stessi, questo non significa che non si tratti di un esercizio impegnativo, anzi lo diventa anche di più.

Ecco i compiti per le vacanze per gli stakanovisti del marketing.

  1. Studio del mercato, cioè dell’ambiente esterno: trend in atto, trend superati, trend emergenti (buttiamoci ad indovinare con un “educated guess”, è divertente poi tornare dopo un anno alla nostra lista di previsioni), novità, iniziative della concorrenza che sono riuscite o che sono fallite, e una possibile interpretazione dei perché.
  2. Le nostre iniziative: cosa sta andando bene e cosa no? Usiamo lo schema: risultati/fatti (cosa è successo) -> learning (cosa ho imparato da quei fatti) -> implicazioni per il futuro (e quindi cosa farò di diverso). Non perdiamo l’occasione di imparare sia da cosa funziona, sia da cosa non funziona. Di solito l’analisi delle iniziative presuppone che ci fosse un piano in corso e che non le abbiamo realizzate proprio a caso, ma anche se non ci fosse stato un piano… da qualche parte bisogna pure iniziare: meglio farlo ora.
  3. Rischi e opportunità: nello scenario futuro che ci attende, quali sono i rischi e quali le opportunità? E come si confrontano con le nostre risorse personali? Sta emergendo qualcosa di cui non sappiamo niente e abbiamo lacune da colmare, oppure sta tornando di moda qualcosa su cui siamo bravissimi, e possiamo battere tutti d’anticipo? E’ un esercizio interessante, dato che spesso uno stesso fenomeno può essere visto come un rischio (se vissuto passivamente) o come un’opportunità (se sfruttato attivamente).
  4. A questo punto si tira una bella riga, e si comincia a fare il piano per l’anno successivo, in piena coerenza con i learning di cui sopra. Ma di questo magari parleremo un’altra volta perché ora ci siamo stancati!

Il rischio più grande della self-review è la mancanza di confronto, cioè la tendenza a post-razionalizzare quello che pensiamo, analizzando solo i fatti che confermano le nostre convinzioni . Per questo è importante cercare un punto di vista esterno: confrontatevi con qualcun altro.

Fatemi sapere poi se queste righe sono state utili :).

 

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